Colorato l’emblema dell’azienda Fiocchi Munizioni a Lecco

Mag 5, 2024 | Comunicato stampa

Questa mattina abbiamo colorato di rosso l'emblema della Fiochi a Lecco, la prima provincia italiana per invio di armamenti ad Israele in pieno genocidio. Non possiamo più accettare di essere complice.

Palestina Libera e Ultima Generazione: macchiata di rosso l’azienda “Fiocchi Munizioni

Ad un Genocidio con i Fiocchi. Noi diciamo no.

5 maggio – Lecco, Ore 11. Due attivisti aderenti alle campagna “Palestina Libera” e “Ultima Generazione” hanno macchiato di rosso l’azienda “Fiocchi Munizioni”.

L’emblema dell’azienda è stato coperta di rosso. I due attivisti hanno poi esposto uno striscione con scritto “Palestina Libera” e hanno acceso dei fumogeni all’ingresso dello stabile.

La protesta mira ad esporre l’azienda che ha continuato a produrre e fabbricare materiale bellico per i militari israeliani ignorando il genocidio in corso in Palestina.

La campagna Palestina Libera chiede al governo di rispettare l’articolo 11 della costituzione italiana, che ripudia la guerra, fermando l’invio di armamenti ad Israele.

Dal 7 ottobre ad oggi oltre 15 mila bambini sono stati sterminati ma l’invio di armi e armamenti Made in Italy non è mai cessato.

Secondo l’Istat la prima provincia italiana per invio di armamenti ad Israele nell’ultimo trimestre del 2023, in pieno genocidio, è Lecco, dove ha sede la fabbrica Fiocchi munizioni, con 1.011.510 euro.

“Noi qui oggi prendiamo totale responsabilità delle conseguenze legali del nostro atto di protesta. E chiediamo che il nostro governo prenda le proprie responsabilità come complice di un genocidio, e per aver violato la nostra costituzione” Dirà Luca durante la manifestazione.

Dopo aver bombardato gran parte della striscia di Gaza negli scorsi mesi, in questi giorni Israele sta pianificando l’invasione via terra di Rafah.

Secondo le Nazioni Unite questa invasione causerà centinaia di migliaia di vittime palestinesi. Ad oggi, oltre 35 mila civili sono già stati uccisi.

La corte internazionale di giustizia sta indagando il governo Israeliano con l’accusa di genocidio.

In tutto questo, compagnie italiane come la Leonardo e La Fiocchi non hanno mai cessato di inviare munizioni, armi e armamenti militari a Israele.

In totale violazione dell’articolo 11 della costituzione italiana, anziché ripudiare la guerra il nostro governo non solo la sta finanziando ma ha visto i propri profitti sull’invio di armamenti aumentare anche grazie ai rapporti con il governo Israeliano.

Secondo la legge 185 del 1990 l’export di armi è tenuto ad una trasparenza che non abbiamo visto nel corso dei mesi scorsi, nel pieno di un genocidio.

Il Senato ha approvato in aula il 21 febbraio 2024 un disegno di legge di iniziativa governativa che cancella i meccanismi di trasparenza e controllo parlamentare sul commercio e le esportazioni di armi e sulle banche che finanziano tali operazioni. La trasparenza sull’export di armi italiane è a rischio.

Neanche due settimane fa a Khan Yunis, nel Nasser Medical Complex, l’ospedale più grande a essere rimasto aperto nella Striscia di Gaza, sono state trovate fosse comuni con più di 400 corpi, molti di questi avevano segni di tortura ed erano stati giustiziati. Molte erano donne e bambine. I proiettili che sono stati usati in quelle esecuzioni, potrebbero essere stati prodotti qui, alla Fiocchi Munizioni.

La legge che disciplina l’importazione, l’esportazione, il commercio e il transito di armi e munizioni in cui è coinvolta l’Italia è la legge 185 del 1990, e questa dice che è sempre il governo italiano ad autorizzare ogni contratto di compravendita nel settore. Ogni arma e proiettile usato a Gaza dall’esercito Israeliano sui civili è stato quindi autorizzato dal nostro governo.

“Ci viene chiesto di parlare di Palestina e di tenere gli occhi su ciò che accade a Rafah. Noi siamo qui oggi perchè dobbiamo tenere gli occhi sui criminali di guerra che accettano di fare profitto su un genocidio in corso. Dobbiamo tenere gli occhi sui responsabili italiani di tutto questo. I criminali di guerra lavorano qui e dobbiamo fermarli. Non vogliamo nessuna complicità con Israele”

 

Prendi parte alle prossime azioni dirette nonviolente e lotta anche tu per una Palestina Libera.