Soldi Sporchi di Sangue. Colpita la Sede della Banca JPMorgan Chase di Milano.

Giu 10, 2024 | Comunicato stampa

Palestina Libera e Ultima Generazione: Soldi Sporchi di Sangue. Colpita la Sede della Banca JPMorgan Chase di Milano. La protesta mira a denunciare la complicità della Comunità Internazionale, degli Stati Uniti e dello Stato italiano che ospita sul proprio territorio diverse banche che finanziano e lucrano sul genocidio palestinese, tra cui anche la banca americana JPMorgan Chase. 

Palestina Libera e Ultima Generazione: Soldi Sporchi di Sangue. Colpita la Sede della Banca JPMorgan Chase di Milano

10 Giugno – Milano, ore 11.  In coordinamento con i movimenti Palestine Action e Palestina Libera di Inghilterra, Portogallo e Italia, tre attivisti aderenti alle campagna “Palestina Libera” e “Ultima Generazione” hanno macchiato di rosso la sede di Milano della Banca JPMorgan Chase. L’ingresso e l’emblema della banca sono stati coperti di rosso, i tre attivisti hanno poi esposto uno striscione con scritto: “Palestina Libera”.

La protesta mira a denunciare la complicità della Comunità Internazionale, degli Stati Uniti e dello Stato italiano che ospita sul proprio territorio diverse banche che finanziano e lucrano sul genocidio palestinese, tra cui anche la banca americana JPMorgan Chase.

Dopo aver bombardato gran parte della striscia di Gaza negli scorsi mesi, in questi giorni Israele sta invadendo via terra e bombardando a tappeto Rafah. Secondo le Nazioni Unite questa invasione causerà centinaia di migliaia di vittime palestinesi. Ad oggi, oltre 37 mila civili sono già stati uccisi. Di questi circa la metà sono bambini.

La Corte Internazionale di giustizia sta indagando il governo Israeliano con l’accusa di genocidio e ha ordinato la sospensione immediata dell’invasione di Rafah. Ordine completamente ignorato da Israele che continua quotidianamente e indiscriminatamente a massacrare civili.

Solo qualche giorno fa l’esercito israeliano ha bombardato una scuola appartenente all’UNRWA, in cui trovavano e trovano tutt’ora rifugio migliaia di persone, causando almeno 40 morti e centinaia di feriti, oltre la metà dei quali donne e bambini. L’ONU di conseguenza, ha inserito Israele nella black list dei Paesi e gruppi armati poiché ritiene abbia commesso gravi violazioni contro i bambini nelle aree di guerra. Tre giorni fa sono stati invece 274 i morti e più di 700 i feriti civili dovuti ai bombardamenti nel massacro ottenuto in collaborazione tra l’esercito americano e quello israeliano nel campo di Nuseirat.

In tutto questo, compagnie italiane come la Leonardo non hanno mai cessato di inviare munizioni, armi e armamenti militari a Israele; banche come JPMorgan non hanno mai smesso di finanziarli.

In totale violazione dell’articolo 11 della Costituzione italiana, anziché ripudiare la guerra il nostro governo non solo la sta finanziando ma ha incrementato i profitti sull’invio di armamenti anche grazie ai rapporti con il governo Israeliano.

“Siamo qui oggi per denunciare la complicità tra la banca JPMorgan Chase, che ha sede anche sul nostro territorio, e Israele, attraverso il finanziamento di alcune delle maggiori aziende che finanziano il genocidio in Palestina”.

JPMorgan Chase sostiene infatti, oltre ad altre grandi corporation che producono armi, la Elbit Systems, società privata israeliana impegnata nel rifornimento terrestre di armi e armamenti militari per l’esercito israeliano, la quale produce:

proiettili, missili, droni, sistemi di visualizzazione montati sul casco, sistemi di visualizzazione e armi per elicotteri Apache, serbatoi di carburante per F-16, imbarcazioni armate senza pilota, sistemi per l’aviazione civile, torrette di controllo remoto per veicoli corazzati, sistemi di artiglieria, sistemi di controllo remoto per il fuoco dai carri armati, veicoli terrestri a controllo remoto, sistemi radio e satellitari, sistemi di recinzione elettronica (dichiarati illegali dall’ICC nelle recenzioni delimitanti la West Bank) , telecamere a immagini termiche, tecnologia satellitare per programmi spaziali, sistemi per veicoli da combattimento Bradley, simulatori di volo.

Tutto materiale bellico ‘testato sul campo’ e attualmente utilizzato nel genocidio in Palestina.

Anche lo stato italiano collabora attivamente con la Elbit Systems: sia direttamente che attraverso la società israeliana RADA, che ha acquisito nel 2022. Sempre in violazione dell’articolo 11 della nostra Costituzione e della legge 185 del 1990.

Palestina Libera e Ultima Generazione chiedono il disinvestimento totale da parte della banca JPMorgan Chase dalla Elbit System che produce armi e armamenti per l’esercito israeliano, attualmente impegnato in un tentativo di genocidio in Palestina.

Al Governo Italiano chiediamo il rispetto dell’ Articolo 11 della Costituzione italiana, in cui si stabilisce che l’Italia ripudi la guerra e quindi anche il suo finanziamento.
Chiediamo inoltre ai diretti responsabili, l’osservazione ed il rispetto della Legge 185/90 (articoli 27 e 27bis), per quanto riguarda il rispetto delle norme che vigono sull’attività bancaria e sui finanziamenti di guerra, ovvero l’assicurarsi che le imprese che operano all’interno della loro giurisdizione si impegnino a implementare procedure di verifica per prevenire violazioni dei diritti umani.
Per quanto riguarda il territorio italiano, infatti, il finanziamento del genocidio palestinese attraverso israele non riguarda solo le banche e le aziende americane come la JPMorgan, ma anche quelle italiane: Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit, Medibanca, Mediolanum sono altrettanto coinvolte.
Chiediamo inoltre al Governo Italiano l’immediato ritiro del nostro sostegno politico e lo stop dell’invio di armi, il quale è stato dimostrato non si è mai interrotto, all’esercito israeliano, che oltre a portare avanti un massacro da più di 7 mesi in Palestina è anche impegnato nel bombardamento di Libano, Iran e Siria.
“Ci viene chiesto tutti i giorni di parlare di Palestina e di tenere gli occhi su ciò che accade a Rafah e a Gaza. Noi siamo qui oggi perchè dobbiamo tenere gli occhi sui criminali di guerra che accettano di fare profitto su un genocidio in corso. Dobbiamo tenere gli occhi sui responsabili di tutto questo. I criminali di guerra lavorano (con loro) qui e dobbiamo fermarli. Non vogliamo nessuna complicità con Israele”
Dichiarerà Luca durante l’azione
Chiediamo a tutti i cittadini italiani e ai cittadini europei di stati complici con il genocidio palestinese di attivarsi e dire di no con azioni come questa che espongano i responsabili di questo genocidio.

Invitiamo chiunque sia nella facoltà di attivarsi di farlo. Siamo stanchi di guardare Rafah, iniziamo a guardare negli occhi i veri complici di questa pulizia etnica.

Prendi parte alle prossime azioni dirette nonviolente e lotta anche tu per una Palestina Libera.