Palestina Libera e Ultima Generazione: attivisti sul tetto della Leonardo a Genova
Un 25 aprile per la liberazione palestinese e la fine del genocidio Made in Italy.
Genova, 25 aprile 2024 – Dalle prime ore della mattina, due persone aderenti alle campagne di Palestina Libera a Ultima Generazione, hanno compiuto un’azione di disobbedienza civile nonviolenta, arrampicandosi sopra il tetto di una delle sedi della Leonardo a Genova, uno dei porti europei maggiormente coinvolto nel trasporto di armi verso i porti israeliani.
I due attivisti hanno sventolato la bandiera Palestinese e hanno srotolato con un banner che riportava il nome della campagna:”Palestina Libera”.
Un lenzuolo che riportava: “Stop Arming Israel” è stato esposto sopra la sede.
La protesta mira ad esporre il coinvolgimento della Leonardo nel genocidio in corso in Palestina da 201 giorni.
“Nellla giornata della liberazione non possiamo che lottare contro il fascismo e i fascismi. Siamo qui oggi perché il nostro governo trova difficile definirsi antifascista, e perché la liberazione deve essere celebrata lottando, senza ignorare il nostro passato.”
Gli attivisti hanno occupato la struttura per diverse ore prima dell’arrivo delle forze dell’ordine che li ha successivamente identificati.
“Oltre 14.500 bambini (26 mila tra uccisi o feriti a Gaza) sono stati uccisi in questi ultimi mesi. Chi li ha uccisi ha nel proprio arsenale anche armi che vengono fabbricate dalla Leonardo, società di cui il maggior azionista è proprio il governo italiano, governo che ha il dovere di rispettare e difendere i principi della costituzione, incluso il ripudio della guerra.
“La presenza di Leonardo DRS in Israele, con la recente acquisizione di Rada Electronic industries LTD, specializzata in Intelligenza artificiale rende ancora più evidente la sua complicità. L´Italia è al terzo posto nella classifica mondiale di fornitori di armi di Israele. Chiediamo l’immediata sospensione delle autorizzazioni rilasciate in favore di società di produzione e vendita di armamenti verso Israele”.
I cittadini italiani, attraverso i propri contributi, sono complici del genocidio e della pulizia etnica che sta avvenendo da anni in Palestina, il governo italiano non ha mai cessato l’invio di armi verso Israele neppure nel pieno del genocidio a cui stiamo assistendo.
La campagna Palestina Libera è il ramo italiano della campagna Palestine Action che, con le azioni dirette in Inghilterra (e Scozia) ha portato alla chiusura di tre fabbriche di armi della Elbit System, un’azienda israeliana attiva nello sviluppo di armamenti.
“Abbiamo compiuto questa azione per denunciare la Leonardo, un’azienda di armi partecipata al 30% dallo stato italiano.”
Denunciamo anche lo stato italiano, che è responsabile dell’autorizzazione di ogni contratto di compravendita nel settore armi, che questi contratti siano pubblici o tra privati, infatti, è SEMPRE lo stato italiano ad autorizzare la vendita o l’acquisto di armi.
Questo significa che ogni singolo cannone, ogni singolo proiettile inviato ad Israele allo scopo di massacrare il popolo palestinese è stato visto e benvoluto dal nostro governo.
La Leonardo è responsabile dell’invio a Israele di:
Cannoni navali super rapidi, caccia ed elicotteri da combattimento, armi e munizioni (bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni e proiettili e loro parti), di sistemi di logistica e trasporto, bulldozer per l’annientamento delle abitazioni palestinesi, droni, radar tattici, puntamento laser e dell’aver addestrato gli attuali piloti degli F35 che bombardano quotidianamente i civili nella striscia di Gaza da più di 200 giorni, e molti di più.
Un’indagine di Altraeconomia ha riportato come solo tra gli scorsi ottobre e dicembre, in pieno genocidio, l’Italia ha inviato circa 15 milioni di euro in armamenti a Israele, nonostante le dichiarazioni opposte di Tajani, Crosetto e Meloni.
L’Italia è, infatti, il terzo fornitore di armi ad Israele nel mondo, dopo Stati Uniti e Germania.
E, secondo i dati Istat, nell’export verso Israele di “Armi e munizioni”, Genova è la quarta città in Italia per export verso Israele, avendo esportato tra le altre cose: bombe, granate, siluri, mine, missili, cartucce ed altre munizioni e proiettili e loro parti.
La Leonardo è un’azienda italiana che produce armi da guerra. Alcuni di questi armamenti Made in Italy sono stati acquistati dall’esercito Israeliano e usate per commettere crimini a Gaza.
La legge n.185 del 1990 impone allo stato italiano l’obbligo di trasparenza sulle esportazioni di armi made in Italy. Tuttavia, nel concreto, gli export sono estremamente difficili da tracciare. Su iniziativa del ministro Crosetto questa stessa legge sta venendo modificata per permettere l’autorizzazione di export di armi all’insaputa dei cittadini.
Inoltre, centinaia di milioni di euro in armi prodotte dalla Leonardo e inviate a Israele non sono tracciabili dai dati ISTAT italiani, perchè prodotte e inviate in Israele attraverso le società controllate della Leonardo con svariate sedi in Israele, Stati Uniti, Svizzera, Inghilterra, Scozia e molti altri paesi. Tutto fatto all’estero quindi, ma con farina del nostro sacco.
“Ministro Crosetto ha qualcosa da nascondere?” Esclamerà Luca durante l’azione commentando la volontà del governo di occultare la complicità italiana con l’esercito israeliano.
Già a Gennaio, la Corte internazionale di Giustizia aveva ordinato allo Stato di Israele di sospendere e prevenire atti genocidi a Gaza, imponendo obblighi a paesi terzi che esportano armi ad Israele.
“Sono 201 giorni di genocidio. In parlamento, il ministro Tajani ci ha dichiarato di aver fermato l’invio di armi in questi mesi. Purtroppo però, tale dichiarazione non corrisponde alla verità dei fatti. Vogliamo che in accordo con la legge 185, queste parole siano accompagnate da prove che confermino la cassazione totale di esportazione di armi ad Israele. Perché tutte queste armi prodotte in Italia verranno usate contro la popolazione civile palestinese. Oltre a costituire un crimine gravissimo di cui noi non vogliamo essere complici, questo è anche incostituzionale!”
Le misure che la Corte Internazionale di Giustizia indica a Israele sono strettamente connesse agli obblighi che già le si applicano derivanti dalla Convenzione contro il genocidio
Una delle misure urgenti imposte ad Israele mira a prevenire e punire il diretto e pubblico incitamento a commettere genocidio contro i palestinesi di Gaza.
L´Italia, strettamente alleata con il governo israeliano, subirà gravi ripercussioni per aver contribuito, per la seconda volta, ad un genocidio.
“Questo 25 aprile la liberazione la celebriamo lottando contro il fascismo e i fascismi. Mentre Meloni, La Russa e Salvini si rifiutano di considerarsi antifascisti noi vogliamo celebrare questa giornata storica lottando per liberare chi e´ancora oppresso da un regime colonialista”
Negli ultimi giorni a Gaza sono stati utilizzati droni della Elbit che emettevano voci di donne che richiedevano aiuto per attirare civili e successivamente ucciderli.
La Elbit è una delle partner della Leonardo complice dell’invio di armamenti come i droni o i cannoni Oto Melara ai militari Israeliani.
La richiesta di Palestina Libera è di mettere fine alla complicità italiana con il genocidio in corso in Palestina, fermando l’export di armi prodotte in Italia verso Israele e rispettando l’articolo 11 della costituzione italiana: ‘l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’.